Museo Civico Caltavuturo Don Giuseppe Guarnieri

Il Museo Civico è ubicato nei locali del settecentesco convento di San Francesco e fu abitato dai frati fino al 1886, anno della confisca dei beni ecclesiastici. Il convento era costituito da 17 celle, refettorio, cucina, dispensa, legnaia e stalla nel piano terra, infermeria e biblioteca nel primo piano. La struttura dispone di un chiostro a pianta quadrangolare che presenta eleganti colonne.
Il Museo, aperto nel 2007, è stato intitolato a Don Giuseppe Guarnirei, nato a Caltavuturo il 23 Novembre 1910 ed ordinato sacerdote all’età di 24 anni dal vescovo di Cefalù Mons. Cagnoni.
Ad oggi, a pianterreno sono allestite IV preziosissime sale archeologiche permanenti. La sezione archeologica è stata inaugurata nel 2013 grazie all’intesa tra la Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo e il Comune di Caltavuturo che ha permesso di esporre nel nostro Museo Civico alcuni dei reperti rinvenuti nel territorio del comprensorio comunale di Caltavuturo.

 La I sala è dedicata al territorio caltavuturese contiene reperti trovati proprio in questo territorio, come nelle contrade Serra di Puccia e Pagliuzza.
Nelle teche vi sono dei reperti che testimoniano la presenza del uomo in età preistorica, in particolare si hanno tracce che risalgono all’età del rame e del bronzo. In questa sala si trovava anche la Phiale che fu rinvenuta casualmente nella località di monte riparato durante dei lavori per la costruzione di un pilone dell’energia elettrica. Il reperto del IV secolo a.C. di oreficeria ellenistica è stato acquistato da un collezionista americano ma nel 1999, dopo essere stata sequestrata dall’ autorità giudiziaria americana, ritorna in Italia, adesso è ospitata al Museo di Himera

 La II sala è dedicata ai reperti provenienti della Chiesa del Casale e da Terravecchia. Nella prima teca ci sono reperti trovati nella Chiesa del Casale che è stata senza dubbio una delle prime chiese costruite intorno al 1200 dopo la chiusura del culto, la chiesa del ‘’Casale’’ fu utilizzata per sepolture collettive di emergenza per supplire al cimitero comunale in momenti di difficoltà.
In questa sala troviamo anche uno stupendo disegno di Caltavuturo, commissionato da Frate Angelo Rocca, durante la visita dei conventi Agostiniani della Sicilia tra il 1583 e il 1584, conservato presso la biblioteca Angelica di Roma. Fu disegnata da una mano esperta nel rilevare le proporzioni e di dettagli dell’ambiente, facendo risaltare le emergenze architettoniche presenti sia nell’antica Terravecchia che nel borgo di Terranova da cui si generò l’attuale Caltavuturo.
Delle scritte sul disegno illustrano:

– la chiesa di San Nicola di cui rimangono dei ruderi sulla sommità di Rocca di Sciara;
– la chiesetta dedicata a “San Calorio” sulla crosta che unisce Terravecchia alla Rocca di Sciara;
– il castello che domina i due borghi innalzato dagli strati rocciosi dell’acrocoro e la chiesa Madre di San Bartolomeo che costituiscono i due perni della struttura urbanistica e socio – religiosa dell’antica Caltavuturo;
– un borgo del Casale sulle pendici nord-ovest di Terravecchia.

A valle di Terravecchia il disegnatore ha messo in evidenza le principali emergenze architettoniche e la porzione del nuovo borgo. Sulla borgata campeggia l’annotazione “Borgo della terra ovvero Terranova”, in uno degli edifici ai margini del nuovo abitato, si legge la scritta “S. Agostino” sul muro di cinta del convento. Secondo i riveli del 1593 a Terravecchia vi erano 232 nuclei familiari, invece a Terranova se ne contano 352.

 III sala dedicata ai reperti trovati su Monte Riparato sulla cui sommità ci sono i resti di un abitato di età ellenistica, abitato che risale al 1972. Dal 1975 il sito è stato oggetto a varie campagne di scavo. Nella parte bassa del Monte si trova la necropoli di Santa Venere, mentre più a valle è stato individuato un edificio di grandi dimensioni, costituito da vari ambienti, comprendente una zona termale, il cui impianto sembra risalire al III secolo a. C. Inoltre vi è un blocco calcareo inscritto in lettere greche che indica il nome di un architetto famoso di Termini Imerese, che ha voluto lasciare la sua firma come per indicare il suo passaggio sul monte. Nelle teche troviamo dei reperti che fanno parte delle necropoli di Santa Venere e di Pizzo Sant’Angelo. In una teca singola c’è l’Astragalo che è la riproduzione in bronzo di un osso del piede veniva realizzato come dono exi-doto per chi riceveva o aveva ricevuto una grazia.

 infine nella IV sala dedicata al ‘’Ripostiglio monetale di Pagliuzza’’, scoperto nel 1989 in seguito a dei lavori agricoli in un’area a pochi chilometri a Sud di Caltavuturo. Le monete si trovavano ad una profondità di circa 40 cm, sparse nel terreno e in parte ancora conservate in una brocchetta di terracotta acroma rinvenuta in frantumi. Le monete sono databili tra la fine del III e la fine del II secolo a.C.

Invece al primo piano troviamo:
 Il M.O.P.S – Museo dell’Opera dei Pupi Siciliani delle Madonie ospitata
all’ interno del Museo Civico di Caltavuturo è nato nel Maggio del 2008 ad opera di un convenzione tra il Comune di Caltavuturo e l’Associazione Culturale Marionettistica Popolare Siciliana di Palermo.
Il MOPS accoglie la collezione dello studioso e drammaturgo palermitano Angelo Sicilia ed è diretto dello stesso attraverso l’Associazione Marionettistica Popolare Siciliana. Distinguiamo le due tradizionali scuole siciliane dell’opera dei pupi: quella palermitana e quella catanese. Sia gli uni che gli altri vengono mossi da due ferri: uno applicato alla testa e uno alla mano destra, e da due o tre fili ausiliari. I pupi vengono fatti camminare sfruttando il movimento pendolare delle gambe provocato e controllato sollevandoli lievemente da terra con piccole inclinazioni laterali del ferro della testa. I pupi palermitani hanno un’altezza che varia dagli ottanta cm a un metro, hanno il ginocchio articolato e possono sguainare la spada e riporla nel fodero. I pupi catanese sono alti da un metro ad un metro e trenta, sono molto più pesanti, hanno il ginocchio rigido e possono impugnare la spada e lasciarla solo fuori scena. Ad oggi, all’interno del Museo Civico è presente un teatro attivo dove vengono fatti spettacoli con i Pupi Palermitani.

 La sezione geomineralogica presente nel nostro museo è composta da due sale permanenti: una dedicata al Geopark intitolata allo studioso madonita Giuseppe Torre dove troviamo rocce e minerali del comprensorio madonita e una alla collezione privata di Giuseppe Oddo dove sono presenti minerali, fossili e rocce.

 Infine la sezione permanente di Arte Sacra che presenta un’ampia collezione di immagini sacre curata dal collezionista Virgilio Lo Varco. Buona parte di esse, risalgono a numerosi secoli fa e testimoniano le usanze popolari dell’epoca. Senza dubbio, la più suggestiva è la collezione del calendario. Ad ogni giorno dell’anno, corrisponde l’immagine sacra del Santo al quale è dedicato quel determinato giorno, contando in totale 365 immagini sacre. Tra le varie immagini sacre presenti, merita particolare attenzione la cosiddetta “FIGGHIULANZA”, che rappresenta i luoghi sacri nei quali era vissuto Gesù Cristo e veniva utilizzata per allontanare i temporali e i pericoli ad esso connessi.

Fonti a cura del QuiParco di Caltavuturo

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